La nostra finestra romana sul cinema argentino, Nuovo Cinema Argentino, acquista ogni giorno più corpo, e sono ben tre i film ufficiali – di uno, El Estudiante/Lo Studente, parleremo nei prossimi tempi estensivamente (data l’importanza e all’impatto dirompente che ha avuto sin dalla presentazione).
Il secondo è De martes a martes – Da martedì a martedì di un bravo esordiente, già cameraman, Gustavo Fernandez Triviño. Un film che ha una pagina facebook e ben 22 premi vinti in 33 festival internazionali (come il Festival di Biarritz), oltre ad una tagline di tutto rispetto, che in spagnolo suona Todos somos buenos, hasta que dejamos de serlo – Siamo tutti buoni, finché non smettiamo di esserlo.
Quello che ci ha colpito di De martes a martes, e che in fondo lega un po’ tutti i film scelti fino ad ora per il nostro evento, è la riflessione precisa e drammatica sull’uomo, sul contesto sociale, sulle scelte che determinano il divenire qualcos’altro dei loro protagonisti.
Pablo Pinto (fratello di un altro regista, Eduardo Pinto) è Juan, culturista che a dispetto della forma fisica subisce continue umiliazioni nella fabbrica dove lavora come operaio e nei locali, dove si guadagna occasionalmente da vivere come buttafuori. Apparentemente incapace di reagire di fronte ad attacchi gratuiti, Juan si ritrova testimone codardo e inerte di un grave atto di violenza – ma siamo tutti buoni, finché non smettiamo di esserlo.
Per supportare la nostra totale fiducia nella bontà dell’opera potremmo anche aggiungere la lista (impressionante) di riconoscimenti e statuette vinte dal regista e dal cast, ma preferiamo rimandare a presto con riflessioni e spunti presi dalla stampa locale e internazionale.
E magari confrontarci insieme su questo film scritto benissimo, recitato con grande efficacia, e davvero meritevole della maggiore visibilità possibile.