Avevamo iniziato qualche giorno fa a presentare i film della selezione dell’edizione romana 2014 di Nuovo Cinema Argentino (che, ricordiamo, presenta in anteprima il meglio del recente cinema argentino), e dato che si avvicina il week-end, abbiamo scelto oggi di raccontare El Camino del Vino di Nicolas Carreras [il sito è qui], che ha riscosso un successo travolgente (recensioni multistellate di riviste di settore come Variety e Hollywood Reporter, la selezione e gli applausi in festival prestigiosi come Berlino e San Sebastian e un sequel in arrivo) e che siamo onestamente (e senza la normale retorica del caso) orgogliosi di far conoscere in un paese il vino lo conosce, lo ama, e soprattutto lo beve.
Per chi non lo sapesse infatti, l’Argentina (che non a caso conta un’ampia fetta di popolazione di origine italiana) ha una cultura vitivinicola importante (oltre ad esserne il quinto produttore mondiale), che negli ultimi anni è stata raffinata fino alla partecipazione a importanti fiere e concorsi internazionali. Proprio per questo ci piace raccontarvi la storia di questo film e approfondirla con qualche altro post proprio per andare a curiosare nei luoghi dov’è stato girato e conoscere i personaggi – a partire dall’eclettico, strepitoso sommelier Charlie Arturaola (uno dei migliori dieci assaggiatori d’America), protagonista del film.
In El Camino del Vino c’è un sommelier, appunto, a Mendoza (Argentina) per partecipare al famoso Masters of Food and Wine. E qual è la cosa peggiore che può capitare ad un sommelier, la madre di tutte le tragedie enologiche del creato? Che Charlie ha perso il palato. Non tutto il male, per fortuna, vien per nuocere, e per lui la momentanea perdita è anche l’inizio di un viaggio dentro una tradizione che lo porta a conoscere cantine piccole e grandi e a frequentare da vicino la ‘gente del vino’, per ritrovare il palato (risciacquandolo col meglio della produzione) e tornare piano piano all’essenza del suo lavoro, lontano dai riflettori e dal glamour.
El Camino del Vino, superfluo dirlo, è un film fondamentale nel capitolo ‘cinema-e-cibo’, che si è imposto con forza negli ultimi anni grazie alla sempre maggiore consapevolezza del pubblico sulla qualità della produzione enogastronomica e sul ritorno alle radici del buon mangiare e del buon bere, con personaggi notevoli (oltre ad Arturaola, nel film appare anche Michel Rolland, l’enologo volante, reso famoso dalle ‘fruit bombs’) e uno stile narrativo accattivante.
Su questo film torneremo ancora perché un è un cult e chiede più spazio di una semplice presentazione generale.
Per non lasciarvi, come si dice, a bocca asciutta, qui trovate il trailer.