LA SINGLA

 USCITA IN SALA → luglio 2024

Nata nelle baracche della Barceloneta nei primi anni ‘50, Antonia Singla nonostante la sordità riuscì a far sua l’arte del flamenco. In poco tempo divenne un fenomeno: già a soli 17 anni fece entusiasmare personalità come Dalì e Jacques Cousteau. La Singla arrivò a esibirsi all’Olympia di Parigi, ma alla fine degli anni ‘70 scomparve all’improvviso dalle scene. Cosa successe? Che ne fu di lei?

Il film è un’avvincente viaggio nel mistero che circonda il suo meraviglioso talento.

Sceneggiatura, regia e montaggio PALOMA ZAPATA
Produzione PALOMA ZAPATA, NADJA SMITH, PAOLA SAINZ DE BARANDA
Musica JULIANE HEINEMANN
Fotografia IÑAKI GORRAIZ, DANI MAURI
Suono HANNES SCHULZE
Una produzione di LA FÁBRICA NARANJA, INSELFILM PRODUKTION, MALANDAR FILMS

Con HELENA KAITTANI e ANTONIA SINGLA

Documentario, flamenco. Spagna/Germania 2023, 90 min.

Nata tra baracche fatiscenti a Barcellona nei primi anni ’50 e cresciuta solo dalla madre abbandonata dal padre, diventa giovanissima una star del flamenco, e girerà tutto il mondo frequentando il gotha e diventando una icona della danza.

La Singla, come veniva chiamata, a 17 anni sembrava una bimba ma aveva il fuoco negli occhi e ballò anche al ritmo del jazz. Nei suoi spettacoli lavorò con Paco de Lucía e El Lebrijano. Posò per Dalí, di cui era spesso ospite. Di lei Jacques Cousteau, ricercatore ed esploratore marino di fama internazionale, disse: “sputava fuoco dalla bocca e lo spegneva con i piedi”.

Tuttavia, la ragazza sparì misteriosamente quando tornò suo padre per diventarne il manager.

Sulle sue tracce arriva quasi per caso Helena Kaittani una giovane donna di Siviglia, alter ego della regista.  Il suo viaggio parte da un vecchio film, “Los Tarantos” del 1963 diretto da Francisco Rovira Beleta, in cui la ragazzina recitava accanto alla grande ballerina Carmen Amaya. Fu lei, nata nello stesso barrio, a scoprire il talento della piccola.

Il film parte d’archivio ricchissimo dell’ ex manager Paco Banegas, un vero tesoro tra foto, locandine di festival e vecchi vinili.

La regista fa un viaggio nel passato alla ricerca di La Singla, visitando gli stessi luoghi dove è nata e cresciuta la ballerina, mostrandoli com’erano prima ai tempi di “Los Tarantos”. Nei preziosi pezzi di film c’è tanta miseria ma anche tanta gioia e una luce speciale negli occhi della piccola Antoñita.

Dagli anni della miseria, si passa poi a quelli del successo in giro per il mondo. Per poter sentire la musica,  legge le parole delle canzoni dal cantante attraverso il labiale, e osserva attentamente il chitarrista e “las palmas”. In tal modo, riesce nonostante la sordità, a tenere il ritmo, creando a esibizioni straordinarie.

Questi sono solo alcuni dei tasselli di una ricerca documentaria condotta dall’autrice esponendosi sempre in prima persona, ricerca da cui La Singla assume strada facendo i tratti di un’epifania miracolosa, seducente, ammaliante, ricca di pathos.